sabato 9 febbraio 2008

Morte sul web


Ieri ero in aereo. Saranno state le nuvole a causarmi strane associazioni mentali. O forse l'arancione fosforescente delle divise Easyjet. Sta di fatto che mi sono trovata a pensare a cosa succede su internet quando si muore. Internet è relativamente giovane, e giovane è la fascia di popolazione che lo utilizza. Per il momento la maggior parte delle persone che hanno un blog, un sito web, uno space in msn, un profile in Facebook, Smallworld e così via sono vive. Ma tra qualche decennio le cose cambieranno: Internet sarà pieno di siti, blog, email accounts appartenenti a gente che se n'è andata. La cosa mi da un po' i brividi: immagino il mio profilo ancora lì su Facebook, magari con l'ultimo update che ho lasciato che dice Valeria is having fun per giorni e mesi dopo la mia morte. E questo blog? Che succederà se io passo dall'altra parte e nessuno ha la password per entrarci?
Momentaneamente ho pensato che la soluzione ideale sarebbe lasciare una lista con tutte le password necessarie e precise raccomandazioni sul da farsi.
In ogni caso il mio pensiero era più universale che personale. Spero di essere nei paraggi ancora per un po', ma credo che la questione sia interessante. La morte sul web è un tema di cui nei prossimi anni si dovrà discutere sicuramente di più.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Frammenti vengono lasciati qua e la anche nella vita reale. Ma c'è sempre qualche spazzino che ripulisce sia la parte reale che la parte virtuale. Più o meno a lungo termine. Comunuqe penso che sia l'ultimo dei pensieri per chi è passato all'altra riva. Mi chiedo se queste sensazioni vengano indotte dalla sensazione di sicurezza del trasporto aereo....Se viaggiassimo a cavallo....

Valeria ha detto...

Sicuramente anche i frammenti reali sono molti. Però sono generalmente accessibili (se si escludono i conti nascosti in qualche banca svizzera). Molto del mondo virtuale è invece protetto da password e trovare quella giusta potrebbe non essere così facile. In ogni caso, sono d'accordo che questo non è di certo il pensiero di chi se ne va. O almeno spero proprio non sia l'ultimo. Il mio interesse va più al fatto che potremmo trovarci a leggere molte cose o a guardare fotografie di qualcuno che è morto. Il che forse suona solo un po' strano perchè in fondo è quello che facciamo con molti scrittori: leggiamo le loro opere anche quando se ne sono andati.
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto non conosco le statistiche, ma viaggiare in aereo potrebbe essere meno rischioso che spostarsi a cavallo. Solo andare a cavallo è molto più naturale e l'arancione di Easyjet mette davvero paura! (anche le hostess a volte).